Condanniamo l’attentato a Ranucci e l’ipocrisia dei suoi nemici

L’attentato al conduttore di Report segna sicuramente “un salto di qualità” nell’azione degli interessi
criminali. E come è avvenuto molte volte nel passato, hanno provato a eliminare il simbolo che, con
più efficacia, contrasta, in questo caso con l’inchiesta e la denuncia, le pratiche dell’illegalità.
E’ successo con numerosi giornalisti, magistrati, sindacalisti, esponenti della politica istituzionale,
attivisti sociali. Eppure, nonostante diversi segnali e tante minacce, è stato creato da diversi ambienti
governativi e istituzionali, con il concorso della stampa reazionaria e di destra, un clima che ha
provato a isolare, anche nell’opinione pubblica, Sigfrido Ranucci e la sua redazione.
Sono le stesse forze che hanno “alleggerito” il contrasto all’illegalità nella PA, con la depenalizzazione
dell’abuso d’ufficio; sono le stesse forze che hanno provato a “silenziare” Report, ora con le denunce
giudiziarie per presunte diffamazioni, ora con le pressioni sull’organo di governo della RAI. Sono le
stesse forze che, a tutti i livelli istituzionali, provvedono a garantire immunità agli esponenti del potere
politico. Suona perciò ipocrita l’unanime condanna che ha contraddistinto le reazioni del mondo
istituzionale italiano.
Abbiamo bisogno di Report, di tante Report, di tanta informazione libera e indipendente, ispirata solo
dalla cultura dei diritti e dei beni comuni.