Tratto da Diogene Notizie – La legge di bilancio è l’atto cardine che sostanzia politiche e indirizzi che un Governo propone al Parlamento e di conseguenza al Paese. Questo è il periodo in cui il Parlamento è impegnato nella discussione e approvazione della manovra economica.
Si arriva alla legge di bilancio a fine 2025 con una situazione abitativa che si è aggravata con una precarietà abitativa che ha raggiunto ulteriori picchi. Sui dati relativi all’incidenza di tale precarietà Diogene Notizie ne ha più volte parlato e fornito dati provenienti da fonti ufficiali.
Ogni volta che si è parlato della necessità di sostenere e attuare politiche abitative pubbliche si è opposto il moloch delle risorse, che sulla questione abitativa inevitabilmente mancano sempre. Da questo derivano sostanzialmente politiche abitative, oggi trasformate in rigenerazione urbana, dove il pubblico fa passi indietro, appaltate essenzialmente a privati che fanno operazioni immobiliari dalle quali derivano loro lauti guadagni e mani su pezzi importanti delle città.
Eppure è falso che il Governo, quello attuale e quelli passati, non abbiano fatto politiche abitative, le hanno fatte ma sempre strizzando l’occhio alla rendita immobiliare, nell’assunto, anch’esso falso, che il mercato calmiera il mercato. Politiche abitative che hanno visto l’arretramento rispetto alla infrastruttura socialmente strategica delle case popolari, depauperate da vendite e da mancate manutenzioni. Questo poi in corrispondenza di sempre più alti livelli di povertà assoluta, di redditi da lavoro povero e da lavoro precario.
Politiche talmente appiattite sulla rendita immobiliare da sostenerle perfino con una innaturale flat tax: la cedolare secca, applicata a contratti di locazione a libero mercato e b&b, di fatto sostenendo cosi, in assenza di un ruolo pubblico nelle abitazioni, il caro affitti e la loro insostenibilità. Gli sfratti per morosità ne sono la diretta conseguenza.
Ma cosa ha significato l’avvento della tassazione agevolata sulle locazioni, approvata fin dal 2011 e in vigore dal 2012? Lo dicono i documenti ufficiali del Governo attuale, più precisamente il sito del Ministero dell’economia e delle finanze.

Sul citato sito si può trovare il “Rapporto annuale sulle spese fiscali 2024” redatto sulla base dell’articolo 21 comma 11 bis della legge 31 dicembre 2009, n 196. Questo documento è datato 25 novembre 2024 e a pagina 21, nella Tavola 13 relativa agli effetti finanziari delle misure vigenti, si legge che la cedolare secca sulle locazioni costa alla collettività minori entrate pari a 3 miliardi e 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027. Si tenga conto che la cedolare secca è in vigore dal 2012.
In questo modo i proprietari che affittano non solo hanno intascato un cespite sul quale hanno pagato solo il 21% nel caso di affitti a libero mercato, o del 10% nel caso di affitti agevolati o transitori o per studenti fuori sede ma hanno anche evitato di pagare tasse per oltre 3 miliardi di euro all’anno. Questo senza che sugli affitti si producesse alcun tipo di calmieramento.
Si tenga conto che i contratti a libero mercato rappresentano circa il 50% dell’intero mercato delle locazioni, questo significa che dalla soppressione della cedolare secca, per affitti al massimo del mercato, lo Stato recupererebbe circa 1,5 miliardi di euro all’anno per politiche abitative pubbliche da destinare alle famiglie povere in precarietà abitativa. Oggi le risorse sono pari a 0.
Ma c’è un’altra voce da tenere in considerazione: quella dell’evasione fiscale nelle locazioni, in questo caso parliamo di proprietari che non pagano del tutto tasse su introiti derivanti da affitti in nero. Su questo versante possiamo ricavare dati significativi sempre dal sito del Ministero dell’economia e finanze, che nella “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, anno 2025” si legge che l’ammontare dell’evasione fiscale sulle locazioni negli anni dal 2018 al 2022, per i quali vi sono dati completi è stata pari a 970 milioni di euro nel 2018; 935 milioni di euro nel 2019; 716 milioni di euro nel 2020; 625 milioni di euro nel 2021 e riprendendo al rialzo di 875 milioni di euro nel 2022. Eppure la cedolare secca era stata prevista per far emergere il nero nelle locazioni.
Cosa si evince da quanto sopra? Che in realtà abbandonando politiche di sostegno fiscale ad affitti a libero mercato e attivando una lotta efficace agli affitti in nero, quindi contrastando due voci rilevanti che incidono sul mercato delle locazioni in maniera determinante, si potrebbero ottenere risorse economiche congrue per effettive politiche abitative pubbliche. Ovviamente la legge di bilancio per il 2026 di tutto questo non c’è traccia.