Diano Castello (IM): progetto di rinaturalizzazione dei piazzali della ex Caserma Camandone

Il Circolo Dianese di Rifondazione Comunista, in merito al progetto di rinaturalizzazione dei piazzali dell’ex Caserma Camandone – situata nel Comune di Diano Castello ma di interesse per tutto il comprensorio dianese, in particolare per Diano Marina – desidera esprimere alcune considerazioni.
Il progetto riguarda i piazzali non edificati al centro del complesso: tre spazi di circa 5.000 metri quadrati ciascuno, per un totale di un ettaro e mezzo. Il piazzale centrale è oggi asfaltato, mentre i due laterali sono in terra battuta. L’intervento mira presumibilmente a utilizzare i fondi europei destinati alla de-impermeabilizzazione dei suoli urbani, ovvero alla rimozione delle superfici asfaltate o cementate per favorire il ritorno del terreno naturale. Si tratta dello stesso tipo di finanziamento usato dal Comune di Imperia per il progetto del cosiddetto “Bosco Urbano”.
In concreto, il progetto prevede:
● la rimozione dell’asfalto dal piazzale centrale;
● la lavorazione superficiale del terreno nei piazzali laterali per renderli più permeabili;
● la posa di un impianto di irrigazione sotterranea, la bonifica del terreno e la preparazione per la piantumazione di nuove specie vegetali.
Un intervento di questo tipo sarebbe stato auspicabile già molti anni fa.
Tuttavia, è importante sottolineare che molte esperienze di “verde urbano” nella nostra zona non hanno dato buoni risultati. Spesso infatti si pensa al “verde” solo come elemento decorativo, dimenticando che la vegetazione urbana svolge funzioni fondamentali per la qualità della vita:
● regola la temperatura e offre ombra;
● riduce il rumore;
● assorbe gli inquinanti e l’anidride carbonica, producendo ossigeno;
● favorisce il ciclo naturale dell’acqua;
● aumenta la biodiversità;
● migliora il benessere fisico e mentale delle persone;
● contribuisce alla bellezza e all’immagine turistica della città.

A tale proposito vogliamo evidenziare, come scelta discutibile ed inefficace ma sempre più diffusa nell’ intero Ponente Ligure l’uso eccessivo delle palme, piante belle ma quasi inutili da un punto di vista ambientale. Quando sarebbe più opportuno piantare alberi ad alto fusto e a foglia caduca (come tigli, platani o gelsi), che offrono ombra d’estate e lasciano passare la luce d’inverno.
Va poi ricordato che la subirrigazione, se non viene gestita con competenza, può provocare problemi: le radici delle piante tendono a svilupparsi solo in superficie, rendendo gli alberi meno stabili e più vulnerabili al vento. Questo porta spesso a potature drastiche che distruggono la forma naturale e riducono i benefici della vegetazione. Per questo motivo sarebbe importante che il progetto coinvolgesse uno specialista in botanica urbana, non solo un architetto paesaggista o un tecnico del verde.
Dal punto di vista urbanistico e politico, è fondamentale capire quale visione generale si abbia per l’ex Caserma Camandone. Se il progetto punta a creare un’area pubblica fruibile dai cittadini – con servizi utili come una scuola, una Casa di Comunità sanitaria, un centro ricreativo o strutture turistiche sostenibili (come un ostello collegato alla ciclabile ligure-tirrenica) – il Circolo non può che esprimere soddisfazione: è proprio ciò che Rifondazione Comunista propone da oltre vent’anni.
Se invece l’intervento nasconde l’intento di preparare il terreno per nuove speculazioni edilizie o per costruire l’ennesimo supermercato o centro commerciale, allora la nostra opposizione sarà ferma e coinvolgerà l’intera cittadinanza.
Non sarebbe infatti la prima volta che un’operazione di “rinaturalizzazione” diventi una moneta di scambio: si libera un’area da 15.000 metri quadrati per compensare la futura edificazione di un’altra area di pari dimensioni, facendo sembrare – solo sulla carta – che il consumo di suolo resti invariato.
Come recita un vecchio detto, “a pensar male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca”.

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Dianese Gian Battista Acquarone