Il PRC Sicilia denuncia la riprogrammazione FESR 2021/2027: prioritari servizi sociali e infrastrutture civili sacrificati in nome della militarizzazione e del riarmo europeo

Il Partito della Rifondazione Comunista Sicilia esprime profonda preoccupazione e si oppone alle scelte messe in campo con la delibera di giunta della Regione Siciliana del 3 ottobre sulla riprogrammazione FESR Sicilia 2021/2027.

Alla lettura della delibera è chiaro il cambio di rotta rispetto al contesto socioeconomico generale in cui è stato costruito il programma.

La proposta di riprogrammazione, infatti, viene effettuata “in applicazione delle modifiche al Regolamento (UE) 2021/1058 apportate con Regolamento (UE) 2025/1914 del 18 settembre 2025 (Riprogrammazione Mid-Term Review)” ed è evidente che i documenti elaborati ed approvati tra il 2021 e il 2022 si basino su criteri e fondamenti economici che oggi sono stati stravolti anche dalle guerre e su cui l’Unione Europea ha prontamente adeguato alle politiche di riarmo.

La riprogrammazione nei fatti gioca con le stesse somme stornando una parte consistente e necessaria per una regione depressa come la Sicilia.

Nella riprogrammazione sono state individuate e introdotte delle Priorità, tra cui la Priorità 12, Obiettivo Specifico 3.3 che prevede lo sviluppo di infrastrutture di difesa resilienti e che nei fatti riconoscono la “Priorità” a quelle di natura duale, giustificando il fine che è quello di promuovere la mobilità militare nell’Unione Europea e rafforzare la preparazione civile.

Su questo obiettivo specifico, denominato nella delibera di giunta “Infrastrutture dual use” vengono dati in dotazione quasi 253 milioni.

Uno spostamento di risorse ingiustificato e grave per la Sicilia che ha bisogno di servizi sanitari, scolastici e sociali, reti idriche per uso agricolo e domestico.  Inoltre, le motivazioni dell’obiettivo che parlano di infrastrutture di difesa con natura duale, che vuol dire che le infrastrutture di natura civile possono essere declinate in uso militare, non hanno nulla a che fare con gli interessi e i bisogni dei cittadini, anzi spostare delle risorse importanti per potenziare i servizi socioassistenziali aumenteranno povertĂ  e disuguaglianze.

Saranno le persone in carne ed ossa ad essere colpite e per questo il PRC Sicilia si oppone e denuncia un piano di riprogrammazione che vede ancora una volta sottomettere i bisogni centrali della popolazione agli interessi militari e alle riconversioni di importanti presidi civili in ottica e uso militare.

D’altra parte, la presenza di presidi importanti di rilevanza nazionale ed europea ed extraeuropea (vedi le basi USA di Sigonella e il Muos di Niscemi) viene utilizzata dalla giunta regionale come input per favorire lo sviluppo regionale e necessari per dare risposta alle crisi all’interno dell’UE.

Il PRC Sicilia, evidenzia che all’interno di questa nuova riprogrammazione c’è un progetto di interesse economico e politico maggiore e cioè rendere la Sicilia un’area sempre più militarizzata contro i migranti e a favore delle operazioni di guerra.

Per poter sviluppare questo obiettivo sono state avviate giĂ  delle interlocuzioni con il Ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture.

La linea che unisce questi progetti non fa altro che unirsi anche alle opere come il Ponte sullo Stretto, che secondo il Ministro Salvini doveva essere opera strategica anche dal punto di vista dell’uso militare.

Ci troviamo di fronte ad un modello politico ed economico estrattivo, che dà priorità all’uso militare dei territori, togliendo le risorse di vita alle popolazioni.

Questa riprogrammazione presentata dalla giunta regionale siciliana all’ARS il 3 ottobre, è stata adeguata alla politica dell’UE che tenta continuamente di far valere un piano di riarmo e bisogna opporsi non solo denunciando, ma scendendo in piazza contro le politiche del profitto e coloniali che vessano la popolazione.