Comunicato Federazione provinciale PRC di Imperia
La federazione provinciale del partito della Rifondazione Comunista considera la riforma della Sanità ligure a firma Bucci del tutto iniqua. Scritta e varata in pochissimo tempo, forse per scongiurare un possibile commissariamento visto il disavanzo di quasi 300 mln di euro, questa riforma evita artatamente di fare un’analisi dei bisogni e soprattutto delle crescenti difficoltà per un cittadino di accedere alle cure fornite dal SSN senza rivolgersi al privato.
Gli italiani ormai spendono in un anno oltre 40 mld di euro per curarsi!
L’unificazione delle ASL è pericolosa e allontana dai cittadini/utenti ogni progetto decisionale. Per parlare di unificazione dei sistemi informatici oppure di acquisti o di altre competenze strettamente amministrative non c’era bisogno di questa Riforma in quanto era già tutto previsto dai Piani Sanitari regionali precedenti. Il problema è che la maggior parte di queste proposte sono state disattese a parte una parziale centralizzazione degli acquisti di alta fascia; addirittura non è possibile per un sanitario consultare “da remoto ” dati clinici di un paziente che transita da un servizio ASL verso il presidio ospedaliero privato di Bordighera GVM o viceversa!
Con le lunghe liste di attesa per visite specialistiche ed esami strumentali, per interventi chirurgici in elezione, nei Pronto Soccorso o per un posto letto di riabilitazione (RSA); con la sempre più grave carenza della sanità territoriale e del personale sanitario, coi tanti territori della nostra regione orfani di medici di Medicina Generale, si delinea un quadro sconfortante della sanità pubblica in Liguria. Le 32 case di Comunità previste in Regione sono sostanzialmente ferme o per nulla realizzate sia perché manca il personale sanitario e sia perché, a causa di quanto detto sopra, non riescono ad erogare le prestazioni sanitarie secondo le linee di indirizzo Agenas che sinteticamente prevedono una presa in carico del paziente a 360° attraverso percorsi diagnostico terapeutici in tempi credibili.
Venendo alla nostra ASL, in questa riforma nulla si dice circa l’urgenza di investire risorse per attrarre e mantenere il personale sanitario attraverso la valorizzazione delle competenze e rispettando turni lavorativi umani. Investire sulla formazione, su una sanità più vicina al cittadino, su una più stretta collaborazione tra medici ospedalieri e medici di Medicina Generale, sono alcune delle possibili soluzioni per ridurre le liste di attesa o gli accessi impropri ai Pronto Soccorso.
Nella riforma non c’è alcun riferimento alla difesa e al potenziamento della Sanità pubblica. Si continuano a spendere soldi in pacchetti di prestazioni private/accreditate spesso del tutto slegate dalle attività cliniche svolte nei presidi ASL. Manca la volontà di recuperare sotto il controllo pubblico i posti di Riabilitazione post ricovero (RSA) attualmente dislocati in convenzione presso le Case di Riposo (RP) ; tali posti, numericamente ben al di sotto del coefficiente di 0.7 x 1000 abitanti, andrebbero ricollocati negli attuali ospedali regionali dove si sono liberati molti spazi a seguito della perdita di oltre 800 posti letto; solo così ci sarebbe una migliore assistenza per questi pazienti che attualmente vengono inviati in Pronto Soccorso ogni volta che hanno un nuovo problema clinico. Ne deriverebbe anche un consistente risparmio di denaro pubblico.
Nella riforma si ribadisce la necessità di realizzare l’ospedale unico di Taggia con la chiusura degli ospedali di Imperia e Sanremo coi loro Pronto Soccorso. Il PRC da sempre e cioè dal 2007 quando fu presentato il progetto, si dichiara convintamente contrario a questo progetto che, oltre a non risolvere i tanti problemi della sanità in provincia dalle liste di attesa alla mancata presa in carico delle cronicità in una popolazione sempre più anziana, costringerà la nostra ASL a tagliare ulteriormente i servizi per finanziare un’opera dal costo stimato di almeno 450 mln di euro! Per non parlare delle note carenze infrastrutturali che costringerebbero pazienti e parenti a lunghi tempi di percorrenza.
Diciamo un forte NO a questa “controriforma” sanitaria Bucci e un forte SI alla a difesa e al potenziamento della Sanità pubblica universale.