Il Mim annulla il convegno contro la militarizzazione della scuola: ora resistere è imperativo

Tratto da “Il Fatto quotidiano” Il ministero blocca l’evento “La scuola non si arruola” e avvia procedimento disciplinare contro l’ente organizzatore

Il gioco si fa ogni giorno più duro, questo governo non scherza e noi dobbiamo scherzare ancor meno di lui. La compressione degli spazi di democrazia rappresenta un disegno concreto, che transita attraverso la legge 80/25 (l’ex decreto sicurezza), il ddl 1627 (disegno di legge Gasparri), e oggi – infine – il grave episodio del divieto di formare e informare gli/le docenti, facoltà che un ente accreditato al Mim per svolgere la formazione è libero di esercitare nella maniera che ritenga più idonea.
Questi i macrofenomeni. Ma il cammino per l’affermazione senza contraddittorio del Pensiero Unico in salsa Melon-Salvini-Tajani passa attraverso una serie di atteggiamenti e dichiarazioni (dallo sparare a zero sulla magistratura – da ultimo la Corte dei Conti sulla questione dello Stretto – alla narrazione tossica di un governo vittimizzato dalla stampa, i cui spazi di libertà sono peraltro come non mai ridotti).
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il convegno organizzato dal Cestes Proteo (ente accreditato presso il Mim per la formazione) e dall’Osservatorio contro la militarizzazione della Scuola e dell’università, che si sarebbe dovuto tenere il 4 novembre con il titolo: “4 novembre: la scuola non si arruola”. Nella giornata dell’unità nazionale e delle forze armate gli organizzatori proponevano una riflessione sull’orrore di tutte le guerre, sulla pace e sulla pericolosa deriva cui scuola e università sono sottoposte attraverso la sempre più pressante presenza di tutto ciò che perimetra la guerra; un esempio per tutti – il più lampante, ma non l’unico – i rapporti con la Leonardo per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro. Da leggere con attenzione i documenti del Rearm Europe, che forniscono la cornice europea di questa violenta sterzata securitaria e bellicista.
Oltre ad annullare d’imperio l’evento, il Mim ha contestualmente dato il via ad un provvedimento disciplinare volto ad accertare che Cestes possieda ancora i requisiti di accreditamento per proporre corsi di formazione ai docenti in orario di servizio (ovvero con la fruizione dei permessi giornalieri). In sostanza: d’ora in poi potranno esercitare la funzione di formatori solo gli enti che dimostreranno di non disturbare il “grande manovratore”. Fatto ancor più sconcertante, se solo si leggano le motivazioni esplicite di tale scelta. La mattina del 31 ottobre gli organizzatori sono stati raggiunti dalla comunicazione del ministero: “L’iniziativa La scuola non si arruola non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel Ccnl scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016.”