L’asse dei sonnambuli, benvenuti nel nuovo Ordine del “più forte”

Ma si immagini l’ardire. Ci sono nazioni, come la Cina e l’India, che nel mezzo di una sacrosanta crociata morale per la democrazia, si alzano in piedi e hanno la sfacciataggine di dichiararsi “sovrane”. Parlano, con una maturità quasi irritante, di “politiche economiche proprie”, di “rapporti commerciali” decisi a Pechino e Nuova Delhi, e non in qualche club esclusivo a Bruxelles o Washington.
La cosa più grave? Definiscono le nostre illuminate sanzioni – strumenti di pace e diritto, come tutti sanno – “contro il diritto internazionale”. Peggio ancora, osano evocare lo spettro del “colonialismo”, accusando l’Occidente di voler “prevaricare” e “imporre” politiche. È evidente che non hanno capito: c’è un mondo (il loro) che dovrebbe semplicemente obbedire, e un mondo (il nostro) che ha il fardello di comandare. Per il loro bene, s’intende.
Naturalmente, queste sono solo fastidiose voci di sottofondo. La vera informazione, quella ufficiale, quella finanziata con il sudore dei nostri contribuenti per il nostro stesso indottrinamento, ci rassicura quotidianamente. I nostri padroni atlantici, tramite i loro fedeli portavoce, ci confermano l’incipit fondamentale: le sanzioni funzionano, eccome. E la Russia? Isolatissima. Così isolata che, evidentemente, India e Cina non hanno ancora ricevuto il promemoria.
Ma lasciamo perdere questi barbari irriconoscenti e veniamo alle cose serie. Al cuore pulsante dell’Europa. Finalmente, una voce si leva a fare chiarezza sul futuro. E non una voce qualunque, ma quella del Cancelliere tedesco Friedrich Merz. Da Berlino, con quel piglio teutonico che ci rassicura sempre, arriva il programma per il nuovo secolo.
Cosa dice il Cancelliere? Semplice. Punto primo: la Germania avrà “il più grande e armato esercito europeo”. Giusto, la moderazione è da deboli. Punto secondo: questo esercito dovrà andare “oltre la Nato”. Perché fermarsi a un’alleanza difensiva quando si può pensare in grande? Punto terzo, la vera perla filosofica: “il diritto internazionale è finito”. Morto. Kaputt. Si va, finalmente senza ipocrisie, verso “il diritto del più forte”.

Un brivido dovrebbe correre lungo la schiena di ogni democratico. Sentire queste parole, proprio da chi ha causato due guerre mondiali, proprio da chi ha cullato, cresciuto e scatenato il nazismo hitleriano, dovrebbe far scattare ogni allarme. Dovrebbe imporre, come minimo, una “attenzione maniacale” e un rapido ripasso dei libri di storia.
E invece? Silenzio. Anzi, applausi. La Commissione Europea e i vari governi, invece di preoccuparsi del ritorno di fiamma del militarismo tedesco, lo alimentano. Come? Ma è ovvio: finanziando e armando fino ai denti i volenterosi eredi di Stepan Bandera a Kiev (ma non chiamiamoli nazisti, suona male in società) e, soprattutto, mettendo sul piatto le risorse necessarie.
Quanti? 6800 miliardi di euro. Un’inezia. Fondi, naturalmente, sottratti con cura chirurgica ai bisogni e ai diritti basilari dei cittadini europei. Sanità? Scuole? Pensioni? Quisquilie. Dettagli trascurabili di fronte alla magnifica prospettiva di un’Europa forte, armata fino ai denti, pronta a far valere il “diritto del più forte” sotto la guida illuminata di Berlino.
È uno spettacolo magnifico. Mentre il resto del mondo rivendica la sovranità sancita dalle carte dell’ONU, l’Europa, in preda a un sonnambulismo storico, si prepara a stracciare quelle carte per seguire chi, l’ultima volta che ha deciso di essere “il più forte”, ha lasciato il continente in macerie. Ma non preoccupatevi: la disinformazione pubblica ci spiegherà che è tutto per la pace.