America Latina in crescita economica, Venezuela ha aumentato PIL dell’8,71% nel terzo trimestre del 2025.

Tratto da Pressenza International Press Agency Foto di CEPAL

La fonte è l’agenzia dell’ONU che si occupa dello studio delle economie dei Paesi della America Latina e dei Caraibi.

Proiezioni di crescita per l’America Latina e i Caraibi: si prevede una crescita del 2,4% per il 2025 e del 2,3% per il 2026

La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL) ha aggiornato le sue proiezioni di crescita per la regione, stimando che il prodotto interno lordo (PIL) crescerà del 2,4% nel 2025 e del 2,3% nel 2026. La nuova stima per il 2025 rappresenta una revisione al rialzo rispetto alla previsione del 2,2% contenuta nell’Economic  Survey of Latin America and the Caribbean 2025 , pubblicata il 5 agosto. Si tratterebbe della seconda revisione al rialzo da aprile, quando la previsione di crescita regionale era del 2,0%. Con questo aggiornamento, le prospettive di crescita regionale sono le stesse di quelle presentate a dicembre 2024 (2,4%).
In un comunicato stampa, l’organizzazione regionale delle Nazioni Unite osserva che questa correzione delle proiezioni riflette un contesto internazionale meno avverso di quanto previsto ad aprile, ma non modifica la diagnosi di fondo: l’impulso esterno alla crescita è rallentato e la regione continua a crescere a un ritmo lento. Per superare questa situazione, è necessaria una trasformazione produttiva più accelerata per stimolare la crescita economica e la produttività, diversificare le economie e generare più posti di lavoro di migliore qualità.
Scrive CEPAL: “Le proiezioni aggiornate mostrano un comportamento eterogeneo tra le diverse sottoregioni. Nel 2025, si prevede che il Sud America crescerà del 2,9%, in aumento rispetto al 2,7% previsto ad agosto. Questa spinta è dovuta all’aumento degli scambi commerciali tra i paesi della sottoregione e la Cina e al rimbalzo dei prezzi dei metalli preziosi e di altri prodotti del settore estrattivo. Si prevede che la stima della crescita del PIL per l’America Centrale rimarrà invariata rispetto a quella annunciata ad agosto, attestandosi al 2,6%. Il PIL del Messico dovrebbe crescere dello 0,6%, una revisione al rialzo di 0,3 punti percentuali rispetto alla stima presentata nell’Economic Survey , riflettendo un esito più favorevole del commercio internazionale e una performance migliore del previsto dell’economia degli Stati Uniti. Si prevede che i Caraibi anglofoni e olandesi cresceranno del 4,7%, o dell’1,9% escludendo la Guyana, rispetto alle stime di agosto del 4,1% e dell’1,8%, rispettivamente, trainate da un esito più favorevole del previsto nel settore del turismo. Per il 2026, la CEPAL mantiene invariata la sua proiezione regionale al 2,3%. Se questa stima si concretizzasse, la regione crescerebbe a tassi di circa il 2,3% in quattro anni, con una crescita media del PIL regionale per il periodo 2017-2026 pari all’1,6%. Per sottoregione, si prevedono tassi di crescita del 2,4% per il Sud America, del 3,2% per l’America Centrale, dell’1,3% per il Messico e dell’8,2% per i Caraibi (1,7% esclusa la Guyana) per il 2026.”
La moderata performance economica si rifletterà nella debolezza del mercato del lavoro. La CEPAL prevede che il numero di occupati aumenterà dell’1,5% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026, con un rallentamento nella creazione di posti di lavoro formali. Sebbene si preveda una leggera riduzione dell’informalità e del divario di genere, entrambi gli indicatori dovrebbero mantenersi su livelli elevati, evidenziando le sfide strutturali che i mercati del lavoro regionali si trovano ad affrontare. 

Venezuela nel 2025, Paese con maggiore crescita economica in America Latina
Il Venezuela Bolivariano si attesta come il Paese nuestramericano con la maggior crescita economica. Di seguito riportiamo il rapporto economico dell’ultimo trimestre della Banca Nazionale del Venezuela.
“Il Prodotto Interno Lordo (PIL) nel terzo trimestre del 2025 è aumentato dell’8,71% rispetto al terzo trimestre del 2024. Ciò rappresenta 18 trimestri consecutivi (4 anni e mezzo) in ​​cui l’economia venezuelana ha registrato un livello di attività economica più elevato, rafforzando ulteriormente il suo processo di ripresa.
Nel terzo trimestre 2025, vale la pena sottolineare la crescita del 16,12% dell’attività petrolifera e del 6,12% dell’attività non petrolifera.
Per quanto riguarda le attività non petrolifere, le maggiori espansioni sono state le seguenti: 16,40% nelle Costruzioni; 9,35% nei Trasporti e Stoccaggio; 8,98% nel Manifatturiero; 8,19% nel Commercio e Riparazione Veicoli; 7,08% nell’Estrazione Mineraria; 6,89% in Elettricità e Acqua; 6,78% nei Servizi di Alloggio e Ristorazione; 6,60% nel Settore Immobiliare, Professionale, Scientifico, Tecnico, Amministrativo e di Supporto; e 6,11% nell’Agricoltura.
Mentre il petrolio contribuisce alla crescita, l’edilizia, la produzione manifatturiera, l’estrazione mineraria e l’agricoltura generano forti legami interni e rafforzano le catene del valore che rendono la crescita sostenibile.
Il dinamismo delle attività economiche registrato dal secondo trimestre del 2021 è un indicatore della resilienza dell’economia nazionale di fronte alle avversità derivanti dall’instabilità economica internazionale e dal modello di aggressione unilaterale. Il Venezuela si sta rafforzando e procede con equilibrio, resilienza e fiducia nella ripresa economica.”
La domanda verrebbe spontanea: visto che anche lo scorso anno il Venezuela del presidente socialista Maduro ha guidato la crescita del continente (+8,5%), gli indicatori economici e sociali del paese hanno un segno positivo, l’inflazione è sotto controllo e la produzione petrolifera ha di nuovo superato il milione di barili al giorno (dati della Banca Centrale del Venezuela), per quale motivo ai media “democratici” tutto ciò non interessa?
Sarebbe stato interessante leggere come mai, nonostante le sanzioni continuino, il presidente socialista sia riuscito a invertire la rotta debellando la criminalità, rinforzando il programma di abitazioni gratuite (oltre 5 milioni), offrendo piccoli crediti senza interessi ad oltre 1 milione di micro imprese familiari, mantenendo l’età pensionabile a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini, con istruzione gratuita per tutti fino alla laurea, raggiungendo il 100% di autonomia alimentare (oltre il 90% dei prodotti alimentari nei supermercati sono di produzione nazionale).
Ovvio che ci sia ancora moltissimo da fare, ma a chi ama criticare a prescindere è importante ricordare che embargo, sanzioni e guerra economica che vanno avanti da oltre 10 anni avrebbero fatto cadere qualsiasi governo, solo Cuba resiste da più tempo.

Ambiente incerto e invito all’azione 
L’ECLAC avverte che le prospettive internazionali continuano a essere dominate da rischi al ribasso, tra cui la possibilità di brusche correzioni nei mercati finanziari internazionali, pressioni sulla sostenibilità fiscale nelle economie avanzate e possibili ulteriori perturbazioni commerciali. Queste tensioni potrebbero influire sulla credibilità delle politiche monetarie delle principali banche centrali mondiali e sui livelli dei tassi di interesse.
Di fronte a questo scenario, la CEPAL esorta i paesi della regione a preservare la stabilità macroeconomica, a rafforzare le proprie istituzioni fiscali e monetarie e a promuovere politiche di sviluppo produttivo volte ad aumentare la produttività, diversificare le esportazioni, stimolare il commercio intraregionale e promuovere investimenti sostenibili. Ribadisce inoltre che la cooperazione internazionale e il multilateralismo sono essenziali per sostenere la ripresa e mitigare gli effetti della frammentazione geoeconomica. 
Il prossimo dicembre la CEPAL pubblicherà il suo tradizionale rapporto, Preliminary Overview of the Economies of Latin America and the Caribbean 2025 , in cui offrirà un’analisi dettagliata dei risultati dell’anno e nuove prospettive per il 2026. Le proiezioni complete sono disponibili nel comunicato stampa pubblicato su  www.cepal.org 

Fonti da Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana:

Tabella aggiornata. America Latina e Caraibi: crescita del PIL reale nel 2024 e proiezioni per il 2025 e il 2026