Sanità al collasso: l’assessore Riboldi tace sulle spese vive dei pazienti

“La sanità pubblica in Piemonte – dichiara Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la VdA di Rifondazione Comunista –  è a un punto di non ritorno, e a pagarne il prezzo più alto sono i cittadini, costretti a fare i conti con costi insostenibili per visite ed esami e tempi di attesa biblici che spingono verso il privato”.
“Nonostante le continue denunce, l’Assessore alla Sanità Federico Riboldi, evita sistematicamente di affrontare il nodo delle spese vive che gravano sulle famiglie piemontesi. Mentre la Regione si arrabatta in tentativi parziali e inconcludenti per mettere mano a problemi irrisolti, a cominciare dalle liste di attesa, la realtà quotidiana per migliaia di pazienti è fatta di scelte difficili: curarsi spendendo cifre esorbitanti o rinunciare alle cure”.
“È inaccettabile che l’accesso alla salute diventi un lusso e purtroppo ci sono dati recenti in grado di dire, senza timore di smentita, che troppe volte è così. Sono i numeri di OCSE e ISTAT a negli ultimi anni la cosiddetta spesa out of pocket, erogata di tasca propria dai cittadini insomma, è aumentata in media dell’1,6% ogni anno. In Piemonte si rileva un incremento del 6% in un decennio e un aumento costante in prospettiva, oltre i 1340 euro per famiglia”.
“L’Assessore Riboldi parla di efficienza, di riduzione degli sprechi e di bilanci, fa grandi passerelle tra i suoi fans in delirio a Casale, ma dimentica la realtà delle persone che devono mettere mano al portafoglio per ogni prestazione, spesso dopo mesi di attesa e decidendo di tagliare altre spese del proprio bilancio. Questo silenzio è assordante e dimostra una scarsa attenzione verso i bisogni reali della comunità”.
“Con una gestione come quella di Riboldi e della Giunta di cui fa parte – ha concluso Deambrogio –  diventa persino inutile ricordare che la salute dovrebbe essere un diritto certo ed esigibile. E’ del tutto evidente infatti che per lui il privilegio per chi può permettersi di pagare è questione totalmente assimilabile a un regime di normalità”