“Il nuovo Piano Sanitario – dichiara Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la VdA di Rifondazione Comunista – è un documento pieno di problemi irrisolti, dalla rete ospedaliera al funzionamento delle Case di Comunità, sino al trattamento degli anziani cronici non autosufficienti. Proprio non si sentiva la mancanza dell’emendamento, proposto da Fratelli d’Italia, per favorire la reintroduzione dell’elettroshock”.
“In primo luogo non si capisce perché una indicazione di tipo terapeutico debba trovare spazio in un documento che dovrebbe essere di tipo programmatorio. Per altri versi le evidenze di efficacia, pure presenti in letteratura, lasciano spazio a tantissimi e leciti dubbi, specialmente da noi che non dovremmo essere immemori del nostro passato, di Giorgio Coda e di Villa Azzurra, tanto per fare un esempio”.
“Non c’è solo tutta la cultura basagliana, forse un poco messa da canto, a mettere sul chi vive, ma anche il fatto che non esistono linee guida nazionali che regolino questa pratica (esistono solo in alcune regioni). Peraltro le evidenze scientifiche parlano chiaramente di ricadute nel primo anno del 40%, anche con terapia farmacologica antidepressiva che permane; senza quest’ultima le ricadute arrivano all’84%. Rimane poi anche il fatto che i pazienti sono spesso non adeguatamente informati sui gravi rischi della procedura. Ci potrebbero essere danni permanenti come la perdita di memoria autobiografica e una riduzione del volume della materia grigia”.
“Se si mettono insieme tutte queste informazioni – ha concluso Deambrogio – la valutazione non può che essere negativa. L’emendamento di FdI deve essere respinto al mittente senza indugio. L’assessore Riboldi ha già una miriade di problemi che bellamente non considera, lo invitiamo a non aggiungerne un altro”.