Contra a sa gherra

C’è qualcosa di nuovo a Nuoro.

Il comitato “Assemblea contra a sa gherra“, nato su iniziativa di associazioni (Anpi Nuoro, Ass.Italia- Cuba), partiti politici (Rifondazione Comunista, Sardigna Natzione) sindacati di base (USB) e gruppi della sinistra indipendentista sarda (A foras…) con fatica e pazienza, attraversando anche momenti difficili, è stato capace di costruire quel tessuto di rapporti sociali, politici e culturali tra mondi esiliati da tempo nella sfera della incomunicabilità. Il precipitare della crisi mediorientale e i continui ciriminali attacchi alla popolazione di Gaza avevano prima indotto Rifondazione a convocare un sit-in davanti alla Prefettura e succesivamente a organizzare una manifestazione, seguita con interesse e voglia di conoscere. Le assemblee del comitato che si tenevano via via in posti diversi, al circolo Utalabi, al K. Marx, al circolo Ubisti, all’aperto nei giardini publici, etc. hanno rafforzato e reso più compatto il comitato, che ha esteso le proprie iniziative anche ai piccoli centri del circondario. L’indignazione e la rabbia per il quotidiano elenco di giovani e bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano, i bombardamenti sulla striscia di Gaza, le provocazioni dei coloni in Cisgiordania, la carestia come strumento per costringere i palestinesi ad andare via “spontaneamente” dalla loro terra, hanno creato una maggior consapevolezza della gravità della situazione e determinato un punto di non ritorno: le persone, semplici cittadini, con posizioni politiche a volte anche molto distanti, hanno manifestato contro la guerra e contro il genocidio del popolo palestinese, rendendosi disponibili a costruire e praticare una concreta e visibile opposizione allo scenario bellicista che si prospettava. In questa prima fase di attività del Comitato si è stati capaci di proporre e di organizzare una manifestazione unitaria che ha avuto uno straordinario successo di partecipazione e ha fatto emergere una chiara posizione sul “da che parte stare” della comunità nuorese: è stata, senza alcuna ambiguità, dalla parte della popolazione palestinese. In quel momento ci è sembrato di capire che si era rotto il muro del silenzio, dell’indifferenza e del classico atteggiamento di chi dice “Tanto non serve, stai a casa”. No, i nuoresi sono scesi in piazza. E giorno dopo giorno sono sorte altre iniziative: sit-in, volantinaggi, prese di posizione di associazioni culturali, del mondo del volontariato. Il Comitato, interpretando bene la situazione, proponeva un documento politico da far approvare in Consiglio comunale, documento in cui si ribadiva il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, e simbolicamente si chiedeva l’esposizione della bandiera palestinese dal balcone del palazzo comunale. E il giorno della discussione in consiglio comunale abbiamo assistito a qualcosa di straordinario e di commovente: l’aula del consiglio è stata invasa e occupata pacificamente, da una moltitudine di donne, uomini e soprattutto da bambini con le loro madri che, al canto di “Bella ciao”, ricordavano le migliaia di bambini palestinesi assassinati dall’esercito israeliano. L’approvazione del documento, con un solo astenuto, ha fatto esplodere l’aula in un unico urlo: PALESTINA LIBERA! Gli schieramenti sono saltati e anche parte dell’opposizione di centro-destra ha accolto il documento.

Si è consolidata la netta opposizione al genocidio e più in generale alla guerra, a tutte le guerre. Emerge dal sentire comune dei cittadini un’opposizione di massa alla guerra, alla guerra che necessita di armi, di armi che verranno acquistate con parte delle risorse destinate alla sanità, all’istruzione, al lavoro etc.. La vicenda di Gaza è entrata in profondità nei sentimenti dell’opinione pubblica, ha abbattuto barriere ideologiche e timidezze nell’agire e nello schierarsi con convinzione.

Il lungo viaggio della Flotilla è stato accompagnato, momento per momento, da un immenso corteo che abbracciava le nostre città: da Roma a Milano, da Firenze a Bologna, da Torino a Cagliari, a Nuoro.. La meravigliosa manifestazione del 4 ottobre a Roma, organizzata unitariamente dalle organizzazioni palestinesi, segna un passaggio fondamentale di fase mentre, tra mille incognite, si avviano le trattattive per una pace i cui contorni sono ancora del tutto indefiniti.

C’è qualcosa di nuovo in tutto questo, quello che è successo non si può spiegare con le solite e tradizionali analisi, intrise magari di sguardi filoccidentali e semicoloniali.

Forse siamo davanti ad un nuovo movimento di massa che può fermare e sconfiggere questa guerra. Da questo dobbiamo ripartire per rilanciare, a partire dai territori, l’iniziativa politica che metta al centro lo stretto legame tra economia di guerra, riarmo e condizione materiale delle persone.