Movimento NO TAV Valsusa: il valore della vita e dei ricordi non ha prezzo

Francesca Frediani, ex consigliera regionale, attivista NO TAV

Nel 2012, in una fredda domenica di fine ottobre, 1.080 No TAV hanno partecipato all’edizione di “Compra un posto in prima fila” per l’acquisto collettivo dei terreni di San Giuliano. Una strategia già adottata a Venaus, alla Maddalena, a Susa e in altre zone strategiche della valle, per rendere più complicate le procedure di esproprio, ma non solo. Con la firma davanti al notaio, non siamo diventati solo “proprietari legali” di un metro quadro di terreno, ma abbiamo ribadito con forza che quella terra appartiene a tutti noi, comunità complice e solidale, ed è un bene comune da difendere con determinazione e fermezza.
Dopo 13 anni e a distanza di un anno dallo sgombero del presidio, messo in atto con le consuete modalità illegali, arroganti e violente, abbiamo assistito alla presa di possesso da parte di Telt delle prime abitazioni destinate alla demolizione per far posto alla futura stazione
internazionale.
Le immagini diffuse dai social No TAV e dai media testimoniano il dolore di chi ha dovuto abbandonare la propria casa, luogo della sicurezza e dei ricordi trasformato in un vuoto scheletro affidato a mani estranee ed ostili, che eseguono freddamente ordini dettati dalla
burocrazia del potere.
Ma queste stesse immagini testimoniano anche che il valore delle vite, dei ricordi e dei legami non si può quantificare e non può essere oggetto di compensazioni di nessun tipo. Non si può definire progresso qualcosa che porta distruzione e sofferenza, calpestando i diritti delle comunità che vivono il territorio.
Il Movimento No TAV in questi giorni sta preparando il ventennale dell’8 dicembre, ricordando che ad oggi non è stato scavato neanche un cm dell’opera e ribadendo che, oggi come allora, fermarli è possibile e fermarli tocca a noi.