“Si sta avviando il percorso che porterà verso il referendum confermativo sulla giustizia – dichiara Alberto Deambrogio, segretario regionale per il Piemonte e la VdA di Rifondazione Comunista – ed è per noi evidente che la riforma voluta da Nordio e dal governo è parte del disegno autoritario delle destre, che vogliono trasformare il referendum medesimo in un plebiscito pro Meloni per poi arrivare al potere concentrato in una sola persona (premierato): la fine della prima parte della Costituzione. Significativamente la riforma Nordio vuole la subordinazione della magistratura al potere esecutivo, mira a favorire un rapporto privilegiato tra pubblici ministeri e polizia giudiziaria, aggirando l’obbligatorietà dell’azione penale come prevista dalla Costituzione. Nei fatti è funzionale al rafforzamento dell’apparato repressivo securitario dello Stato”.
“Il nostro no a quella riforma è motivato dalla convinzione che l’abbattimento della giurisdizione e un collegio di pubblici ministeri che diventano collegio di poliziotti incontrollati diventino forme di oppressione nei confronti dei conflitti e della lotta di classe”.
“Dunque noi riteniamo fondamentale – ha concluso Deambrogio – unire il no al referendum alla lotta contro la barbarie della guerra e contro il riarmo voluto da centro destra e centro sinistra, contro il perdurante genocidio in Palestina, la precarietà e il restringimento dei diritti sociali a cominciare da quello alla salute, contro chi vede nell’ambiente solo occasione di profitto e lo depreda senza sosta, contro il progetto eversivo e antiegualitario dell’Autonomia Differenziata, per il mantenimento degli spazi democratici, partecipativi, contro la trasformazione della protesta sociale in questione di ordine pubblico”