Rifondazione comunista, giovani comunisti/e, osservatorio democratico sulle nuove destre: la nomina di Filippo Ferri a questore di Como è un oltraggio alla democrazia

Comunicato di Federazione PRC provinciale di Como, Giovani Comunisti/e, Federazione Provinciale di Como, Osservatorio democratico sulle nuove destre di Como e provincia

Se un infermiere picchia i suoi pazienti

Se un insegnante molesta i suoi studenti

Se un farmacista si mette a spacciare coca, voi cosa pensate?

Come minimo oltre ad una condanna per i reati commessi, tutti pensano che in questi casi sarebbe cosa sensata rimuovere definitivamente i colpevoli dal loro incarico.

Questo buon senso, come vedremo più avanti, non sembra valere invece per questori poliziotti e carabinieri che nel luglio del 2001, durante il G8 di Genova, si scagliarono con ferocia e violenza contro i cortei di centinaia di migliaia di persone aderenti al GENOA SOCIAL FORUM che pacificamente, e affermando che “un altro mondo è possibile”, criticavano il vertice delle 8 super potenze impegnate nel saccheggio del pianeta.

La stessa Amnesty International definì gli interventi delle forze dell’ordine come “attacchi indiscriminati, sistematici e gratuiti ai manifestanti pacifici, come la più vasta e cruenta repressione di massa e come la violazione dei diritti umani mai viste in Europa nell’ultimo mezzo secolo”.

In sostanza il 20 e 21 luglio le forze dell’ordine, dopo aver osservato a distanza i cosiddetti black bloc che sfasciavano vetrine intervennero invece con cariche violentissime sui cortei, manganellando e prendendo a calci persone inermi di tutte le età, mandandone centinaia al pronto soccorso e dando origine agli scontri durante i quali un carabiniere sparò a Carlo Giuliani, uccidendolo in Piazza Alimonda.

Nella stessa giornata del 20 la polizia effettuò arresti indiscriminati di decine manifestanti che subirono torture fisiche e psicologiche addirittura dentro le sedi di pronto soccorso; non solo: vi fu l’irruzione in alcuni edifici scolastici dove si trovavano le sedi provvisorie del Genoa social forum, che vennero devastate, con il pestaggio delle persone presenti all’interno alcune delle quali ridotte in fin di vita.

Proprio in queste operazioni Filippo Ferri, allora capo della squadra mobile di La Spezia , fu coinvolto nei fatti dal principio, perché, quella sera, come riportato anche di recente dagli organi di stampa “era tra i «pattuglioni» che in teoria avrebbero dovuto trovare e arrestare i black bloc, la frangia di manifestanti ritenuta responsabile dei tafferugli di quelle giornate. Ferri arrivò alla Diaz «addirittura in tempo per vedere il cancello prima che venisse chiuso dagli occupanti» nell’estremo tentativo di non far entrare polizia e carabinieri”. […]

Scrivono infatti i giudici di Genova che «è al dottor Ferri che vanno sostanzialmente riferiti il momento decisionale e l’elaborazione tecnico-giuridica relativi alla scelta di contestare agli occupanti il reato di associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio», oltre che ovviamente la decisione di procedere agli arresti sulla base delle perquisizioni effettuate.

È la storia delle presunte due bottiglie molotov, in realtà sequestrate nel pomeriggio, e degli attrezzi da lavoro provenienti da un cantiere vicino: le cosiddette prove della presenza di «violenti» nella Diaz. È soprattutto per questi motivi che Ferri è stato condannato, insieme ad altri suoi colleghi. La salvezza dall’altro capo d’imputazione, l’arresto illegale, arrivò solo per avvenuta prescrizione. (1) il Manifesto 24 maggio 2025

Per questi capi di accusa Ferri venne condannato a tre anni e otto mesi – sospensione dai pubblici uffici per cinque anni, ma mai sospeso durante i processi né tanto meno rimosso dopo la condanna definitiva del 2012.

Lui, così come molti altri esponenti delle forze dell’ordine sanzionati per i fatti di Genova.

Continuano ancora oggi i silenzi indecenti e le omissioni da parte di chi dovrebbe difendere in ogni modo i diritti e le regole dettate dalla Costituzione.

Voltafaccia e retromarcia che cominciarono già nel 2001, quando l’allora PDS impedì ai propri iscritti di aderire al corteo di Genova seguente all’uccisione di Carlo Giuliani, proseguirono nel 2007 quando, la defezione di alcuni membri della coalizione di centrosinistra al governo impedì che si arrivasse, in commissione affari costituzionali, al varo della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti del G8 di Genova.

La rimozione di quanto accaduto nel 2001 a Genova nasconde l’operato anticostituzionale delle forze dell’ordine: non vi furono mai scuse alle vittime né autocritiche dentro alle forze di polizia, non furono mai presi provvedimenti necessari e auspicabili in altri casi come sospensioni, licenziamenti e soprattutto riforme che impedissero il ripetersi di annullamento momentaneo della legalità democratica.

E la nomina di Filippo Ferri a questore di Como è solo uno dei tanti episodi che noi denunciamo, invitando a fare altrettanto tutte le persone che vogliono vivere in uno stato di diritto ispirato ai principi stabiliti dalla Carta costituzionale.