Comunicato Federazione PRC di Lecce
Per l’ennesima volta la città di Nardò, Medaglia d’Oro al Merito Civile, torna a far parlare di sé per bocca del sindaco Pippi Mellone e della sua Giunta. Con la delibera n. 599 del 23/12/2025 l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare una scuola, quella di Piazza Pastore, a Sergio Ramelli. Una scelta grave, sbagliata, politicamente e culturalmente pericolosa.
Nessuno ha mai messo in discussione la condanna ferma e netta per l’uccisione del giovane studente milanese, condanna che venne espressa anche dalla sinistra. Ma proprio per questo è inaccettabile che, nella delibera, non vi sia alcun riferimento alla sua appartenenza politica e al contesto storico in cui essa maturò. Sergio Ramelli era iscritto al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del MSI fondato da Giorgio Almirante, aderente alla Repubblica di Salò. Un fatto storico che non può essere cancellato o taciuto, soprattutto in un Paese che si fonda su una Costituzione antifascista.
Ancora una volta il sindaco Mellone utilizza strumentalmente una tragedia per alimentare un revisionismo storico che mette sul banco degli imputati la Resistenza, l’antifascismo e chi si richiama ai valori che hanno sconfitto il nazifascismo. Non è un caso che lo stesso Mellone si sia spinto, nel 2020, a chiedere la chiusura della sede provinciale dell’ANPI. Oggi, dopo essere approdato nelle file della Lega – partito che sponsorizza l’autonomia differenziata destinata a colpire duramente il Sud – tenta di rifarsi una verginità politica giocando ancora una volta con la memoria.
La scuola non è un luogo neutro. È uno spazio di formazione civile, di incontro tra culture e saperi, dove si insegnano democrazia, uguaglianza, solidarietà. Valori incompatibili con l’ideologia fascista e con le organizzazioni neofasciste che, dalla fine della Seconda guerra mondiale, tentano di rilegittimarsi nello spazio pubblico. Per questo il pensiero e il percorso politico di Ramelli, al di là della sua tragica fine, non possono essere assunti a modello educativo per le giovani generazioni.
Per dovere di completezza, c’è poi una ipocrisia che rasenta il grottesco nelle fila del centrosinistra nella nostra Provincia. A Lecce via Ramelli venne votata dalla giunta Salvemini; a Nardò una via Ramelli esisteva già, nei pressi di Masseria Boncuri, decisa dal centrosinistra dell’ex sindaco PD Marcello Risi.
Evidentemente, a Nardò, la gara a chi strizza l’occhio più a destra è aperta da tempo. Ora Mellone alza la posta e passa a una scuola. Domani a cosa toccherà?
Chi oggi governa la città finge di dimenticare che la violenza politica degli anni ’70 fu alimentata soprattutto dalla strategia della tensione ideata e messa in campo, per bloccare la lotta di classe dei lavoratori e cittadini che stava ottenedo dei graduali ma significativi risultati, dai poteri reazionari usando i fascisti come esecutori materiali del terrorismo, il quale, dalla strage di Piazza Fontana in poi, causò oltre 130 morti.
Intitolare una scuola a Sergio Ramelli non è un gesto di memoria condivisa: è un’operazione squallida e cinica per “pareggiare i conti” tra fascismo e antifascismo. Conti che non sono e non saranno mai pareggiabili. Ancora più vergognoso se si pensa che la piazza su cui sorge la scuola è intitolata a Sergio Pastore, un partigiano, perseguitato dal fascismo, che nel 1960 si dimise da ministro per non accettare l’appoggio del MSI a un governo della Repubblica.
Questa operazione ha un solo senso: apologia del fascismo mascherata da commemorazione. A tutto questo noi diciamo no. Senza ambiguità, senza ipocrisie, senza revisionismi. Nardò merita rispetto per la sua storia e per i valori antifascisti che dovrebbero essere patrimonio comune.