Per illustrare senza contradditorio la sua legge di bilancio la Presidente Meloni ha scelto “Il Sole 24 ore “giornale che esprime le ragioni e gli interessi di imprenditori, investitori, mondo della finanza; ma, non fidandosi neppure dei suoi esperti giornalisti, ha approfittato di un giorno di sciopero di quella testata per farsi intervistare da Maria Latella in una edizione “pirata”. Questa prepotenza, in stile Ministero della Propaganda fascista, (Minculpop) è stata una gravissima azione antisindacale, un’offesa delle professionalità dei giornalisti e dimostra la volontà del governo di nascondere ai più la ratio di questa manovra. La stampa mainstream ne diffonde una benevola narrazione: la tassazione dei profitti delle banche, la diminuzione delle aliquote fiscali al ceto medio basso, l’aumento della cedolare secca per affitti brevi, come se si togliesse ai ricchi e si desse ai poveri. Dobbiamo smascherare questa sceneggiata vergognosa: la manovra struttura una economia di guerra e dirotta le risorse pubbliche verso il privato, sostiene la produzione e l’acquisto di armi e conseguentemente toglie risorse ingenti allo stato sociale. Questo porta al suo definitivo smantellamento e in particolare affossa la sanità pubblica, tanto più che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in agonia già da anni, sottoposto a tagli trentennali grazie alla delinquenziale politica di austerità imposta dalla UE, attuata dai governi di centro destra, di centro sinistra e dai governi tecnici, (37 miliardi di tagli). Nemmeno la scossa tragica del Covid ha invertito questa politica, che anzi, è stata accentuata tagliando altri 11 miliardi. Mancano medici, infermieri, personale sanitario; quelli in servizio sono i più anziani, i meno retribuiti di Europa e scappano il più presto possibile da un superlavoro umiliato socialmente In sanità non funziona più niente, si cura solo chi paga; per questo 4,5 milioni di italiani rinunciano alle cure.
Questa manovra assegna alla Sanità delle briciole: 6,6 miliardi, dei quali 4,2 già stanziati negli anni precedenti, quindi aggiunge solo 2,4 miliardi: in tutto 7,7 miliardi per il triennio 2026-2028, un aumento risibile in rapporto al PIL (+0.9%). Invece per il riarmo e la difesa si stanziano 12 miliardi in più, in crescita in 15 anni fino a 150 miliardi (+12%). Questo va denunciato e fermato, con lotte, scioperi, mobilitazioni, come quelli che giustamente la CGIL e i sindacati di base stanno organizzando e che dovrebbero essere il più possibili convergenti non solo nelle date, ma nella connessione stretta fra lotta alla guerra, al riarmo e alla distruzione dello stato sociale. Le forze politiche che oggi criticano la legge di bilancio non possono contribuire positivamente alla costruzione di una grande opposizione sociale se, presenti in piazza, avallano poi provvedimenti che portano irreversibilmente al riarmo. Come ha fatto il Pd nella Commissione Esteri del Senato il 21 ottobre, quando ha contribuito alla stesura dell’atto che impegna l’Italia al Global Compact air Programme, che acquista caccia di sesta generazione, per 50 miliardi i (9,6 miliardi per uno) o quando all’inizio di ottobre ha votato contro una mozione di sfiducia alla Ursula Von der Leyen presentata dalla Sinistra Europea, confermando una Presidente che rappresenta la sintesi delle politiche europee filoatlantiche , guerrafondaie e antisociali. Parole e fatti devono coincidere. Questo si aspetta anche il grande movimento che ha prodotto l’isolamento del Governo genocida di Netanyahu e la tregua nella striscia di Gaza.