Giuseppe Saragnese, Infermiere ASST PG 23 Bergamo, Direttivo FP CGIL Bergamo, Le Radici del Sindacato
Come noto il 27 ottobre 2025 è stato firmato il Contratto della Sanità Pubblica 2022-2024, già scaduto quindi dal 1° gennaio, che coinvolge circa 600 mila lavoratori e lavoratrici della sanità. Il “pacco” come lo definisce la CGIL (che non ha firmato questo contratto) è arrivato con un -10% (inflazione al 16% con aumenti di circa il 6%) sull’aumento contrattuale e con una perdita media mensile di 172 euro.
Briciole anche sulle varie indennità (turno notturno e festivo) e divisione dei lavoratori con l’aumento dell’indennità di Pronto Soccorso, peraltro gestito dalle regioni, e di conseguenza con disparità tra di loro.
Se a livello economico non ci sono risposte adeguate (anzi insufficienti), anche a livello normativo con questo contratto si aumentano i carichi di lavoro, si costringe i lavoratori a lavorare di più con un aumento del lavoro straordinario. Inoltre, la cronica carenza di personale (in Italia mancano quasi 50 mila infermieri) peggiora questa situazione.
Viene istituita la figura dell’Assistente Infermiere, una figura ibrida accettata dai sindacati di professione (Nursind e Nursing-Up) che hanno firmato questo contratto deludendo i propri iscritti. Con l’introduzione di queste figure si abbasserà la qualità dell’assistenza: costeranno di meno, saranno più ricattabili e verranno collocati soprattutto nelle RSA in mano alle pseudo cooperative.
Tutto questo in un quadro generale desolante in cui, nella legge di bilancio del governo della Meloni, viene fatta una manovra di guerra che sposta le risorse pubbliche verso i privati, riduce lo stato sociale e aumenta i finanziamenti per gli armamenti. La legge di bilancio assegna alla Sanità solo lo 0,9% del pil e un 12% in più per il riarmo.
Aumenta ancor di più l’età pensionabile, dopo che Salvini aveva promesso di mandare tutti in pensione con quota 41.
Intanto in Regione Lombardia arriva la Super intramoenia che dà il colpo di grazia al SSN: in pratica la Regione ordina alle ASST di mettere a disposizione le proprie strutture per erogare le prestazioni in convenzione con assicurazioni, mutue e sistemi di welfare aziendale, il che provocherà forti diseguaglianze tra i cittadini. Con la carenza di personale attuale i sanitari saranno incentivati a lavorare dove si guadagna di più, inoltre la Regione Lombardia importa infermieri dall’Uzbekistan e la Lega presenta una proposta di legge regionale per permettere agli infermieri e alle professioni sanitarie di fare la libera professione in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private, proposta da esportare a livello nazionale… Insomma, il caos, di cui i lavoratori e i cittadini pagheranno le conseguenze.
Che fare dunque? Unificare le lotte far convergere i sindacati (Cgil e sindacati di base) su una piattaforma unitaria di lotta contro questo governo proclamando da subito lo Sciopero Generale. Pur essendo consapevole delle molte differenze tra i sindacati, credo che in questo momento occorra unirsi. Un primo passo sarebbe per esempio l’unificazione del contratto della sanità pubblica e privata, unificando le lotte dei lavoratori per avere più potere contrattuale.
Sicuramente un’autocritica va fatta: in questi anni, il sindacato si è allontanato dai lavoratori, sono stati firmati contratti che non hanno dato nessuna risposta economica e professionale e a livello politico il centro sinistra ha fatto molti errori contribuendo ai tagli della sanità pubblica. Ecco da oggi dobbiamo cambiare, dobbiamo ritornare a fare sindacato e sinistra in modo radicale e conflittuale.