Contro il clima di guerra e la censura pratichiamo l’escalation democratica


Riportiamo i comunicati di Angelo d’Orsi e Paolo Ferrero sull’annullamento per indebite pressioni della Conferenza dal titolo “Democrazia in tempo di guerra” a cui, in dialogo con d’Orsi, avrebbero dovuto partecipare Alessandro Barbero e tanti altri. Un fatto gravissimo indicativo del clima oscurantista, autoritario, di intolleranza che la guerra sta diffondendo nel nostro paese nel silenzio complice di tanti cosiddetti “democratici” che hanno riabilitato la guerra come strumento essenziale e legittimo. Al Professor Angelo d’Orsi per la seconda volta vittima di accanimento censorio e a coloro che dovevano partecipare all’iniziativa va tutta la nostra solidarietà. E’ chiaro che niente e nessuno può impedire lo svolgimento della Conferenza che è stata programmata. La Conferenza a cui avevano già aderito quasi un migliaio di persone si terrà quanto prima e in forma ancora più grande. Intanto va data una prima risposta democratica partecipando al presidio di protesta che si terrà il prossimo 9 dicembre alle ore 18 nella piazza del Palazzo di Città di Torino.


Comunicato di Angelo d’Orsi

A pochi giorni dall’evento “Democrazia in tempo di guerra. Disciplinare la cultura e la scienza, censurare l’informazione”, previsto per il giorno 9 dicembre al Teatro Grande Valdocco di Torino, nel quale il sottoscritto avrebbe dialogato con il collega Alessandro Barbero, con l’adesione di importanti nomi della cultura, della scienza, del giornalismo, della comunicazione – da Luciano Canfora a Carlo Rovelli, da Marco Travaglio a Alessandro Di Battista, da Donatella Di Cesare a Elena Basile, da Moni Ovadia a Vauro Senesi, da Marc Innaro a Enzo Iacchetti… – ci viene comunicato questa mattina dalla proprietà del teatro, che lo spazio non ci verrà concesso. E ciò a dispetto di un regolare contratto, che peraltro era giunto dopo una lunga gestazione da parte della proprietà del teatro, al punto che eravamo intenzionati a differire l’evento a gennaio quando finalmente una decina di giorno or sono ci è giunto il via libera; sicché abbiamo deciso di confermare la data del 9 dicembre.
Al di là delle motivazioni pretestuose e della rottura unilaterale di un regolare contratto – per cui abbiamo già allertato il nostro team legale per avviare azione di richiesta risarcitoria dei danni che questo comportamento ci procura – non possiamo non rilevare che il fatto conferma perfettamente le nostre preoccupazioni sulla limitazione degli spazi di libertà nel Paese e in generale l’inquietante deriva politica e culturale di una democrazia ormai palesemente illiberale, a dispetto della facciata. Di questo avremmo voluto parlare nel corso della serata.
Intanto mentre a nome di tutto lo staff che ha lavorato per settimane per preparare l’evento, esprimo rammarico a chi aveva prenotato i posti, e a quanti, colleghi e amici che avevano data la loro disponibilità, a partecipare (a cominciare dal prof. Barbero), chiedo a quanti mi sono stati vicini in questo mese di “passione”, a quanti hanno a cuore i principi della legalità democratica sancita dalla nostra Costituzione, a quanti anelano soltanto ad essere correttamente informati, per poter assumere una posizione in merito alle gravissime problematiche del nostro tempo, di sostenermi in questo nuovo capitolo di lotta. Ancora una volta non si tratta solo di Angelo d’Orsi, ma di coloro che, esponendosi in prima persona, mirano semplicemente a esprimere il loro pensiero anche quando esso non sia “in linea” con quello dei poteri forti, palesi o occulti che siano.
In ogni caso, l’evento si terrà. Nei primi giorni della prossima settimana comunicheremo data e luogo. Però, intanto, annuncio che la sera del 9, quella dell’evento negato, faremo un sit-in di protesta davanti alla sede del Comune di Torino, come luogo simbolo di una città che è di tutti, e deve essere di tutti, una città medaglia d’oro della Resistenza, la città di Gramsci e di Gobetti, per semplificare, di Norberto Bobbio e di Gastone Cottino, e di tanti e tante che si sono battuti per la libertà.
Torino, 5 dicembre 2025

Comunicato di Paolo Ferrero

La prima vittima della guerra è la democrazia! Ma noi non ci arrendiamo e pratichiamo una escalation di democrazia.
Martedì sit-in di protesta in Piazza Palazzo di città.


Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino, ha dichiarato: “Quello che sta accadendo a Torino da un po’ di tempo a questa parte evidenzia come la prima vittima della guerra siano la verità, la libertà e la democrazia.
Com’è noto, il Professor Angelo D’Orsi – in seguito a pressioni politiche – non aveva potuto tenere la conferenza contro la russofobia al Polo del ‘900 un mese fa e quindi l’iniziativa venne riorganizzata presso il circolo ARCI La poderosa, con una grande partecipazione popolare. Oggi apprendiamo che il Teatro Grande Valdocco, che era stato affittato al Circolo ARCI della Poderosa per tenervi martedì 9 dicembre, una Conferenza dal titolo “Democrazia in tempo di guerra” a cui avrebbero partecipato Alessandro Barbero e Angelo D’Orsi, non è più disponibile.
A questo punto è del tutto evidente che la prima vittima della guerra è la democrazia. Ma noi non ci arrendiamo e pratichiamo una escalation democratica.
Invitiamo invitiamo tutti i cittadini e le cittadine a partecipare martedì prossimo 9 dicembre alle ore 18 al sit-in di protesta che si terrà nella piazza Palazzo di città ed a prepararsi a partecipare alla nuova organizzazione del dibattito tra Barbero e D’Orsi, che si terrà in un luogo ovviamente molto più grande di quella prevista. Perché ai ladri di democrazia rispondiamo allargando la democrazia e la partecipazione popolare.”