Il movimento proPal è un fenomeno che cambia la situazione
Un movimento radicale che incide dopo anni di passività e impotenza sulle decisioni dei paesi occidentali sul tema del genocidio e più in generale sulle politiche imperialiste degli USA/Israele/UE/NATO
Un movimento che apre enormi possibilità per i comunisti e la sinistra di alternativa, che va stabilizzato coniugando la lotta per Gaza e la flottiglia a quella contro l’imperialismo occidentale, le politiche di guerra, il riarmo con risorse sottratte alle politiche sociali, tutte cose caldeggiate in italia da centrodestra e centrosinistra.
Dobbiamo però essere lucidi sull’analisi di questo fenomeno. Il movimento è cresciuto grazie ad altri ed è guidato da altri, con noi in coda a fare rappresentanza. Questo significa non toccare palla… non essere determinanti per questa dinamica.
Ricostruendo i momenti essenziali, la lotta dei portuali di Genova, lo sciopero del 22 settembre, lo sciopero generale del 3 e la manifestazione del 4 hanno avuto come protagonisti USB, PaP e le realtà studentesche e di movimento a loro vicini.
In Cgil nelle riunioni per il 17 la maggioranza a guida PD si è opposta alle nostre richieste di accorpamento al 22 parlando di avventurismo di USB. Dopo lo sciopero del 22 in Cgil è successo di tutto e come minoranza abbiamo fatto robuste critiche. il 3 è frutto di una necessità della stessa Cgil di inseguire ciò che stava nascendo.
La radicalità ha pagato e lo stesso PD ha dovuto fare dei timidi passi per non essere odiato da tutti. PD in cui comunque continuano ad essere presenti realtà atroci come la “sinistra per israele”. PD che per la cronaca, ha salvato di nuovo la Von Der Layen stamattina votando contro 2 mozioni di sfiducia.
Ma proprio nel momento in cui la radicalità paga, noi diamo un immagine di moderatismo che ci vede più isolati a sinistra.
Penso che ognuno nel PRC ha pensato, giustamente, che oggi se non fosse stata sfasciata UP saremmo alla testa di questo movimento, non alla coda.
Invece con le posizioni prese alle regionali, in Umbria, nelle Marche, in Puglia, in Calabria, in Veneto, il partito da un immagine di se che effettivamente rispecchia il primo documento congressuale, e che vede l’asse del partito decisamente spostato su posizioni moderate rispetto al passato, fuori da uno spazio di alternativa.
Il fatto che alla presentazione di una lista di alternativa costruita da nostri compagni il nostro segretario non sia ben voluto fa capire molto della situazione in cui ci troviamo e come siamo visti all’esterno: spaccati, con una parte moderata sempre più simile ad AVS ed un altra che (giustamente) cerca di rimanere invece nello spazio della sinistra di alternativa.
Proprio quando, invece, sarebbe importante essere chiaro punto di riferimento politico, radicale e decisamente alternativo a entrambi i poli politici neoliberisti e atlantisti.
Io spero davvero che le cose possano cambiare, che si possa tornare ad avere una linea politica nettamente di alternativa ed anticapitalista, perché in un partito che diventa quasi un clone di AVS faccio davvero fatica a riconoscermi.
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