Toscana Rossa: la prova che esiste vita e futuro per la Sinistra di Alternativa

Riportiamo alcuni passaggi dell’analisi del voto  in Toscana che Dmitrij Palagi, capogruppo in Consiglio Comunale di Firenze per Sinistra Progetto Comune, ha fatto per Dignità Tv

“Desidero innanzitutto ringraziare per l’opportunità di raccontare quella che è stata l’esperienza elettorale di Toscana Rossa e della nostra candidata presidente, Antonella Bundu. Sono passate poche ore dalla proclamazione dei risultati, e sebbene abbiamo ancora qualche incertezza, i due elementi fondamentali da cui dobbiamo partire sono certi.

L’astensionismo e la sfida della disillusione

Il primo dato è l’astensionismo. Nonostante la Regione Toscana vanti una tradizione di grande partecipazione, abbiamo registrato un’alta astensione. Quello che voglio sottolineare è che, al di fuori del bipolarismo imposto dall’alto, esiste una profonda sfiducia. Conosco tante persone che lottano con noi, che partecipano alle vertenze e alle manifestazioni, ma che ritengono che votare non serva a niente. E mi permetto di dire che, se Toscana Rossa non si fosse presentata, avremmo avuto un 5% in più di astensione.

Il secondo elemento certo è il nostro risultato importantissimo: nonostante l’alta astensione, Toscana Rossa e Antonella Bundu hanno portato a casa tanti voti, permettendoci di superare il 5% con la candidatura a presidente. Il problema, purtroppo, è che la legge elettorale della Regione Toscana sembra fatta apposta per dire alle persone che votare non serve a niente. Questa legge ha tagliato fuori il 5% abbondante dell’elettorato che ha votato per noi, pur permettendo alla Lega e al Movimento 5 Stelle, che hanno preso meno voti di Toscana Rossa, di eleggere consiglieri regionali.

Contrasti politici e il “campo larghissimo”

Il clima politico è stato molto teso. Abbiamo assistito a una forte presenza del centrodestra, con Vannacci, Meloni, Salvini e Taiani che sono venuti a Firenze provocando in maniera importante. Migliaia di persone hanno risposto scendendo in piazza e contestando sia il governo nazionale che quello locale.

Io ritengo che il centrodestra in Toscana abbia fatto di tutto per favorire la vittoria del centrosinistra. La loro candidatura (il sindaco di Pistoia), sebbene sulla carta fosse interessante e in grado di esprimere una cultura politica superiore al candidato del centrosinistra, è partita troppo tardi a causa di veti interni.

Il centrosinistra, invece, si è presentato con il cosiddetto “campo larghissimo”. A livello regionale, abbiamo visto Matteo Renzi/Italia Viva (IV) assumere un ruolo centrale. Due forze, Alleanza Verdi Sinistra (AVS) e Movimento 5 Stelle (M5S), che prima stavano all’opposizione, hanno scelto di diventare forze di maggioranza, entrando nella coalizione di Eugenio Giani. Il risultato delle urne è chiaro: oggi Italia Viva pesa più di prima in Consiglio regionale.

La nostra progettualità e la necessità di chiarezza

Quando le testate nazionali parlano del “fenomeno Antonella Bundu” o “Toscana Rossa”, non si tratta di qualcosa nato dal niente. È la conferma di una progettualità che stiamo portando avanti sul territorio. Toscana Rossa è composta da Potere al Popolo, Possibile e Partito della Rifondazione Comunista, ed è in continuità con esperienze positive precedenti, come “Sinistra Progetto Comune” alle comunali di Firenze dell’anno scorso.

Abbiamo attraversato un dibattito spiacevole sui toni, ricevendo attacchi da persone che ci chiedevano di allearci a tutti i costi con forze politiche che quest’anno si sono invece alleate con il Partito Democratico. Nonostante queste polemiche, abbiamo ottenuto la centralità sulle posizioni politiche, mantenendo la chiarezza del progetto. Il risultato è che Toscana Rossa ha ottenuto più voti, sia in termini assoluti che percentuali, rispetto al già buon risultato dell’anno precedente. Questo dimostra che le progettualità a sinistra del centrosinistra hanno il loro spazio.

La nostra campagna elettorale è stata complicata. Eravamo l’unica lista che ha dovuto raccogliere oltre 10.000 firme, un onere che ci ha tolto tempo prezioso rispetto ad altre liste che non ne avevano necessità (come M5S o AVS).

Le battaglie dimenticate dal centrosinistra

La strategia del centrosinistra di puntare unicamente sul “non facciamo vincere la Meloni” non è sufficiente. Noi denunciamo che la regione partecipa di fatto all’economia di guerra e che c’è una forte militarizzazione del territorio, con un comando NATO a Firenze e la militarizzazione di Pisa e Livorno, ma il centrosinistra su questo non dice nulla.

Preferiscono anche non parlare nemmeno di acqua pubblica per via delle tante posizioni contraddittorie che hanno al loro interno. Un esempio molto chiaro è accaduto la settimana scorsa a Firenze: avevamo proposto la cittadinanza onoraria per Francesca Albanese, ma la commissione è stata annullata all’ultimo momento perché c’erano posizioni contrastanti all’interno del centrosinistra su un tema così importante come il massacro del popolo palestinese.

Il futuro della Sinistra di Alternativa

Pensiamo che il nostro risultato sia cruciale. A fronte di un centrosinistra che in una regione considerata “rossa” vedrà comunque una centralità di Italia Viva e Matteo Renzi, il nostro successo dice forte e chiaro che c’è vita a sinistra del centrosinistra.

Ora, il nostro compito è prenderci cura di questa vita, organizzandola e dandole forza. Presenteremo un ricorso per verificare se il fatto che Antonella Bundu ha superato il 5% possa permetterci di entrare in Consiglio regionale. Se anche così non andrà e rimarremo fuori, sappiamo di essere presenti negli enti locali e nei consigli comunali, e continueremo senza sosta a dare forza alla sinistra di alternativa.