Per un movimento contro la guerra alla Russia, per la libertà di pensiero e di parola


Ancora qualche riflessione, dopo la vicenda della censura contro di me, nel Polo del ‘900 a Torino, e sulla proposta da me avanzata qualche giorno fa di dar vita a un grande movimento per la libertè di pensiero e di espressione in ogni sua forma, di riunione, di organizzazione, un movimento che si batta in primo luogo contro l’insopportabile russofobia, parola a quanto pare impronunciabile nella democratica Italia di oggi.
Eppure, oggi è proprio nell’ostilità vergognosa e ingiustificabile verso la Russia, il rigetto della sua cultura, l’ostracismo ai suoi musicisti, artisti, atleti (persino ai suoi gatti!), è palesemente la preparazione della guerra. Ci stanno persuadendo che il conflitto è inevitabile oltre che necessario, e sono tutti d’accordo, politici giornalisti produttori di armi… Il “Corriere della Sera”, il più importante quotidiano italiano che si vanta del proprio liberalismo, censura l’intervista al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, intervista scritta chiesta dalla direzione del giornale (poi pubblicata integralmente su un quotidiano di destra, “La Verità” che in politica estera è spesso più aperto della sacra trimurti del pensiero unico, “Corriere”, “Stampa”, “Repubblica”).
Si tratta solo dell’ultimo di una serie ormai infinita di episodi di illiberalismo, ma che a ben vedere è una delle tante manifestazione di russofobia, ossia l’ostinato rifiuto a farci vedere le cose dall’altro punto di vista, quello russo, a immedesimarci nella scellerata politica della UE e nel sostegno “senza se e senza ma” a Kiev, ribadito, incredibilmente, dopo l’ondata di scandali che sta travolgendo quel governo e le sue forze armate, una vicenda dalla quale emerge che il denaro che noi inviamo al suo ormai illegittimo presidente Volodimir Zelensky, serve ad arricchire lui e la sua cricca.  Così come è documentato che il 30% delle armi che inviamo “per difendere non solo l’Ucraina, ma l’Europa la sua civiltà e i suoi valori” o non arrivano a destinazione oppure escono subito dall’Ucraina e finiscono nel mercato nero, nelle mani della grande criminalità internazionale, comprese le mafie italiane, oppure in quelle di organizzazioni terroristiche.
Nulla sembra fermare la scelta di totale subordinazione dei nostri s/governanti al bellicismo delle signore Ursula, Kaja e compagnia e dei loro sodali europei, a dispetto di ogni evidenza che dice che questa guerra è persa per l’Occidente, che l’Ucraina è distrutta, e solo i nostri denari e le nostre armi tengono in piedi uno zombie, a prezzo di una carneficina incessante (un milione e mezzo di cadaveri solo in Ucraina), in una guerra voluta da Bruxelles e Washington, non certo da Mosca, che ha cercato di evitarla fino a tre giorni prima del 24 febbraio 2022.
L’esito del “Consiglio Supremo di Difesa” di ieri, nel quale il presidente della Repubblica proseguendo in una linea scellerata e a mio avviso del tutto impropria sul piano giuridico-costituzionale, ha praticamente preannunciato una dichiarazione di guerra alla Federazione Russa, rende credo necessario e urgente il tentativo di dar vita a movimento non “contro tutte le guerre” bensì contro questa guerra, verso la quale ci stanno indirizzando, come un gregge cieco e inebetito. Perciò a coloro che hanno criticato la mia proposta (qualcuno persino accusandomi di “fini elettorali”!) sostenendo che esistono già movimenti anti-guerra, io ribadisco che, al di là della questione palestinese, nella quale molti di noi (e io stesso) siamo impegnati per fermare il genocidio, oggi la priorità è impedire la guerra alla Russia. L’Italia ci ha già provato, come ben sappiamo, e ne è uscita con le ossa rotte. Si vadano a leggere o rileggere Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, i dirigenti PD.  E questa guerra sarebbe una guerra nucleare, ossia un conflitto senza vincitori né vinti, e l’Italia e l’intero continente, schiacciato sotto la sua fallita Unione, sarebbero i primi bersagli dei missili russi. Lo si vuole comprendere o no? E a che pro? Per difendere uno Stato che non è nella UE, né membro NATO. Una nazione di cui il popolo italiano neppure sapeva l’esistenza fino al 23 febbraio 2022!
Infine, una piccola nota personale. Quella istituzione pubblica che ha annullato senza neppure avviarmi la mia conferenza su “Russofobia, russofilia, verità”, si appresta ad ospitare una seconda manifestazione, platealmente, acriticamente pro-Ucraina, travestita da convegno “in difesa dei diritti umani”, nella quale troviamo più o meno gli stessi oratori della  iniziativa tenuta, sempre nello stesso posto, nel 2024, il cui titolo era già una incredibile manifestazione di rovescismo storico (“2014-2024:  dieci anni di aggressione russa all’Ucraina”). Oratori tutti schierati manifestamente dalla parte di Zelensky; e dire che mi avevano accusato di non “prevedere il contraddittorio” (in una conferenza!).
Chi organizza questa seconda manifestazione, il “Memorial Italia” (su cui meglio stendere un velo di pietoso silenzio), si è spinto persino oltre l’onorevole Pina Picierno, la quale, alla fine, si spingeva ad ammettere – bontà sua – in fondo che il sottoscritto potesse tenere la conferenza (peraltro sempre bollata come “propaganda”), come faceva David Parenzo in tv, purché in spazio privato, come il Circolo Arci “La Poderosa” che mi ha poi ospitato. Ebbene, i dirigenti di questo inquietante sodalizio (Memorial Italia) si sono presi addirittura la briga di indirizzare una protesta alla presidenza dell’ARCI da cui estraggo queste perle:

Riconosciamo il valore assoluto del pluralismo delle opinioni. Questo evento [ossia la mia conferenza] tuttavia, non rappresenta un momento di confronto o una piattaforma per una corretta informazione, quanto piuttosto una cassa di risonanza per la propaganda di regimi autoritari.
Il richiamo alla presunta “russofobia” — categoria inventata dalla comunicazione ufficiale del Cremlino per delegittimare ogni critica alle politiche imperialiste e repressive della Federazione Russa — riproduce argomenti e schemi di disinformazione funzionali a chi nega l’evidenza: l’aggressione militare all’Ucraina, le violazioni sistematiche del diritto internazionale e i crimini contro la popolazione civile.


Quindi la russofobia, un tema su cui esiste un’ampia letteratura critica da decenni, è una “categoria inventata” dal Cremlino: ecco, anche da questo dobbiamo trarre incitamento a denunciare la russofobia in ogni sua forma che è la preparazione alla guerra.
In definitiva, una volta di più si scopre che i liberali fanno i liberali se tu sei dalla loro parte, altrimenti sono pronti a tapparti la bocca, addirittura a toglierti gli spazi per parlare.  E va detto senza infingimenti che nel PD si raggruma il più osceno bellicismo della scena italiana: i suoi dirigenti che hanno fatto abiura del comunismo, e si sono accomodati nelle accoglienti braccia del liberalismo, sono, come lamia vicenda dimostra, i primi a rinnegare l’essenza di quella ideologia, ossia la libertà in ogni sua forma.

Perciò, rilancio la proposta: UN GRANDE MOVIMENTO PER IMPEDIRE LA GUERRA ALLA RUSSIA, per riacquistare e difendere la nostra libertà di pensarla diversamente dai padroni del vapore e delle armi, la libertà di non dar credito alcuno ai corifei della guerra che imperversano in tv, loro sì, “propagandisti”, altro che il sottoscritto! Coloro che, come nel primo Novecento, cantano le lodi della guerra sola igiene se non del mondo, almeno d’Europa.