Rifondazione/Rapinese: confezionato “pacco regalo di natale” ai dipendenti comunali

Comunicato GC e PRC Federazione Provinciale di Como –

Assistiamo con sgomento e rabbia all’ennesima provocazione del sindaco dI Como Rapinese e della sua amministrazione.
La giunta del capoluogo lariano ha preso una posizione inaccettabile verso i propri dipendenti. Ha infatti deciso, dopo varie consultazioni e trattative con le parti sindacali della funzione pubblica, di non riconoscere più soldi alle proprie lavoratrici e lavoratori di Palazzo Cernezzi e di tutti i settori annessi alla macchina comunale. La giunta ha infatti preso posizione decidendo di aumentare il Fondo salario accessorio di parte stabile ai sensi del decreto PA, di 100000 EURO, ripartendo però la cifra suddetta esattamente alla metà fra il personale dipendente (602 persone) e le Elevate qualificazioni, (in totale 22). Uno squilibrio senza precedenti. La cosa altrettanto vergognosa è che la giunta ha posto un vero e proprio ricatto, affermando che questa era l’unico margine di trattativa ed aggiungendo che, se il personale voleva riconosciute le progressioni orizzontali, non vi erano alternative di contrattazione alcuna.
Sono state rifiutate tutte le proposte della RSU e delle confederazioni sindacali per un’equa e più giusta redistribuzione delle risorse, anche quelle che riconoscevano la salvaguardia delle figure che andranno a ricoprire ruoli di responsabilità, che comunque, va ricordato, sono già state oggetto di un rialzo del compenso.
Uno squilibrio iniquo, basti pensare alle cifre che sono in gioco, a 22 dipendenti di “elevata qualificazione” andranno in incremento circa 2000 euro lordi, mentre al restante personale (ripetiamo oltre 600 dipendenti) rimarranno le briciole, con un’elemosina di circa 90 euro lordi. In poche parole, la mancata valorizzazione del lavoro dei dipendenti del Comune di Como, sempre più ridotti di numero e costretti – essendo in tutti i settori carenti di personale – a fare i salti mortali per garantire comunque i servizi alla cittadinanza.
Lavoratrici e lavoratori che con sacrificio e dedizione cercano in ogni modo con competenza e professionalità di portare avanti la macchina amministrativa comunale.
Sono leggende metropolitane quelle del dipendente pubblico che va a timbrare in mutande e poi va a fare la spesa, qui si tratta di 600 lavoratori (ormai dimezzati rispetto a circa due decenni fa) a cui va fatto solo un plauso ed un riconoscimento per l’abnegazione con cui portano avanti la macchina comunale, a cui per l’appunto questa amministrazione, oltre a non riconoscere gratificazioni economiche non riconosce neppure gesti di minima valorizzazione.
Ma questo i dipendenti del Comune lo hanno ormai capito, come lo stanno capendo molti cittadini comaschi. Infatti, sono state fatte delle assemblee con il personale il quale, quasi all’unanimità, ha dato mandato alle RSU ed alle segreterie sindacali di categoria di indire lo stato di agitazione se le proposte non fossero state accettate.
Così è stato, come riportato precedentemente, visto che tutte le proposte alternative dei lavoratori e dei sindacati sono state completamente rigettate.
Questo rigetto ha prima un valore politico che economico. Un gesto politico di Rapinese che conferma il suo rifiuto al dialogo e il totale disprezzo per chi non la pensa come lui. Cosa che si sta concretizzando lo quotidianamente con i fatti che i cittadini comaschi vedono e vivono sulla propria pelle.
Una visione miope da parte del primo cittadino di Como e della sua giunta ormai ridotta ad una serie di “yes man” ed “yes woman”;
Esageriamo? Ma chi di voi ha mai sentito dichiarazioni od interviste o prese di posizione indipendenti in un qualsiasi consiglio comunale di qualche assessore o consigliere di maggioranza?
L’unico che ad inizio legislatura ebbe il “coraggio di parlare” fu espulso dalla giunta e venne accusato di essere una “cellula tumorale”.
Una politica scellerata ed autoritaria, sulla scia di modelli negativi più famosi: se citiamo Trump o il presidente del consiglio italiano non ci allontaniamo troppo dalla deriva che sta vivendo la nostra città.
Scelte che non aprono mai a nessun dialogo e neanche al minimo confronto e discussione. Non si può restare spettatori di fronte a scelte che stanno devastando il nostro territorio. Decisioni che minano il tessuto sociale aprendo, nelle relazioni, ferite che non si rimargineranno più; ci vorranno anni per rimettere insieme le macerie che questo sindaco sta creando in questa legislatura che per fortuna sta volgendo al termine, primavera 2027 non è poi così lontana.
La federazione provinciale del partito della Rifondazione Comunista di Como è vicina alla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Como e sosterrà ogni iniziativa che verrà messa in campo, come è vicina ai cittadini comaschi che in questi tre anni di amministrazione Rapinese hanno visto scelte inaudite che non ci ricordiamo in nessuna giunta precedente, di qualsiasi colore politico e in nessun altro periodo storico e sociale dal dopoguerra ad oggi.
Crediamo nessuna giunta sia mai arrivata al punto di chiudere scuole, di esternalizzare progetti educativi, di chiudere centri di aggregazione sociale e culturali vedi bocciofile ed altre associazioni, di farsi balenare l’idea malsana di demolire una scuola per far posto ad un autosilo per favorire il business del giocattolo del calcio … e l’elenco non finisce qui. Questa cosa va fermata, serve un’alternativa seria e credibile che metta in campo un progetto politico e sociale degno di questo nome.
Como non merita questo scempio, i comaschi si meritano di meglio (anche perché peggio di questo pensiamo sia difficile), per questo Rifondazione Comunista c’è e farà la sua parte, come ha sempre fatto, dalla parte di una città e società più equa, giusta e sostenibile, a partire dalla difesa dei diritti negati ai lavoratori/lavoratrici del Comune di Como a cui non smetteremo di dire grazie perché anche in questa fase difficile, garantiscono i servizi alla nostra comunità.