E quindi dopo anni di dichiarata diversità, sotto minaccia di manifestazioni securitarie, l’amministrazione di Bergamo ha alfine ceduto adottando provvedimenti peggiori di quelli che aveva criticato ai tempi della prima campagna elettorale di Gori.
La questione dell’uso di queste panchine era stato 12 anni fa uno degli slogan usati dal comunicatore Gori per ribadire la sua difesa dei valori della solidarietà con i migranti. Famosa la sua presa di posizione sui loro diritti civili. Lo rappresentò facendosi fotografare seduto sulle panchine assieme a un immigrato divisi dalla barriera, posta dai fascio/leghisti per impedire alle persone di sdraiarsi, mentre gli porgeva una banana.
Ora a fronte dell’enorme aumento delle povertà e delle marginalità, a fronte del tema della difficoltà crescente a reperire una casa a prezzi ragionevoli che crea persone che vivono in strada, la giunta di centrosinistra quelle panchine le ha fatte rimuovere. Non dissimilmente da quanto faceva il sindaco sceriffo di Treviso che fu per questo al centro di aspre polemiche politiche.
È la prova provata di un fallimento storico. Infatti, le politiche adottate per dieci anni non hanno affrontato i nodi dei diritti sociali, e ora la difesa dei diritti civili è evidentemente diventata una barricata indifendibile. Un esito che avevamo annunciato da subito. Infatti, l’aggravarsi della situazione sociale e della marginalità scatena le paure dei ceti benpensanti e di coloro che vorrebbero “ordine e disciplina” per garantire i loro (ormai scarsi) affari e la loro tranquillità. Il tutto alla ricerca di un anelito di normalità che ovviamente non tornerà (almeno nei termini che abbiamo conosciuto), un moto dell’anima che vorrebbe fare tornare il dentifricio nel tubetto. Una pulsione reazionaria che si sta diffondendo alimentata dai soliti noti.
La scelta di drenare risorse per favorire politiche di sostegno alla parte imprenditrice e dinamica della società bergamasca ha creato da un lato un enorme numero di persone in difficoltà (e un ristretto numero di ricchissimi), con un aumento spropositato di poverissimi e marginali. Dall’altra ha generato una borghesia impoverita che sfoga la sua rabbia sociale le sue paure di arretrare socialmente in pulsioni securitarie facile preda di populismi e securitarismi. Il mix perfetto per creare quella base di massa che la destra non è mai riuscita a costruire in questi anni in cui la stessa piccola borghesia era affascinata dalle mirabolanti promesse di un futuro radioso nella futura Smart City in cui Bergamo, secondo Gori e amici, si stava trasformando. Dovevamo andare in paradiso e ci siamo ritrovati in un girone dantesco.
Non poteva andare come prometteva Gori, era chiaro, e non è andata così. Ora siamo alla rincorsa delle azioni più spregevoli che non molti anni fa si contestavano. Uno scivolamento per rincorrere sul terreno securitario e xenofobo la destra arrembante. Un terreno in cui alla fine sarà politicamente ed elettoralmente più credibile l’originale (la destra) della copia (il centrosinistra). Insomma, siamo alle battute finali di un fallimento annunciato. Su queste scenette finali ci sarebbe da ridere, ma forse dovremmo piangere. A noi rimangono i cocci, e forse dovremmo concretamente pensare a cosa fare per procurarci un futuro diverso e per non morire ostaggio dei fascio/leghisti.