Ddl Centrali Nucleari: tre domande A Gian Piero Godio

Gian Piero Godio, è referente dell’Osservatorio dei Cittadini sul Nucleare, una iniziativa di Legambiente e Pro Natura del Vercellese, la zona più nuclearizzata di tutta Italia. A Godio abbiamo posto tre domande.

Alberto Deambrogio: Siamo a un nuovo tornante decisivo per il rilancio del nucleare nel nostro Paese. Nel Disegno di Legge che il Governo ha appena approvato e sta per presentare al Parlamento si parla di realizzare vere e proprie nuove “centrali nucleari”? I risultati dei referendum del 1987 e del 2011 non valgono più?

Gian Piero Godio: Curiosamente nel testo del DDL non compare la parola “centrali nucleari”, forse troppo antipatica ai cittadini, ma in compenso si parla di “nuovi impianti di produzione di energia da fonte nucleare sostenibile”, che significa la stessa cosa!

Non manca neppure la previsione “della costruzione e dell’esercizio di impianti di fabbricazione e di riprocessamento del combustibile nucleare”, come se non fossero bastati i rischi corsi in Italia con gli impianti di riprocessamento EUREX di Saluggia (VC) e ITREC di Trisaia (MT), per non parlare degli impiantì all’estero tristemente famosi come quello di La Hague (F) o quello di Sellafield (GB).

Articolo 2 del Disegno di Legge

Nella Relazione al DdL si evidenzia anche che “l’Agenzia internazionale per l’energia ritiene che “ridurre drasticamente il ruolo dell’energia nucleare e della cattura del carbonio richiederebbe una crescita ancora più rapida del solare fotovoltaico e dell’eolico, rendendo più costoso e meno probabile il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione entro il 2050”, dimenticando che in Italia non si tratta di ridurre il ruolo dell’energia nucleare, perché per fortuna qui l’energia nucleare è stata messa alla porta da ben due referendum, nel 1987 e nel 2011, e le centrali nucleari andrebbero costruite completamente ex novo, così come tutti gli impianti nucleari necessari per farle funzionare, e che in Italia non abbiamo uranio disponibile, e men che meno abbiamo impianti per il suo arricchimento.

Per la relazione però i risultati dei due referendum non contano più, a seguito della mutazione del quadro politico o delle circostanze di fatto, insomma come se il nucleare di oggi non fosse fisicamente lo stesso nucleare di ieri!

Dalla Relazione al Disegno di Legge

A.D.: In questo nuovo DdL si parla con enfasi di “Energia nucleare sostenibile”, in che senso il nucleare può essere “sostenibile”?

G.P.G: Effettivamente nel testo del Disegno di legge che sta per essere presentato dal Governo al Parlamento, campeggia il titolo “nucleare sostenibile”.

Già, ma “sostenibile” per chi?

Per i lavoratori che avranno a che fare con materiali radioattivi?

Per i cittadini che saranno oggetto di rischi di incidenti e di scarichi di sostanze radioattive in atmosfera e nei corsi d’acqua?

Esposizione alle radiazioni a confronto

Per l’ambiente la cui radioattività sarà inevitabilmente aumentata e che dovrà custodire scorie ad alta radioattività come minimo per centinaia di anni che si rinnoveranno in continuazione?

Per chi abiterà la terra dopo di noi, che si dovrà tenere queste scorie pericolose senza averne avuto alcun beneficio?

Oppure più verosimilmente il nuovo nucleare sarà sostenibile per i padroni dei mega centri di informatica e dei mega impianti energivori, che hanno fame di sempre maggiori quantità di energia per arricchirsi sempre di più, e per i quali il testo prevede anche “l’attribuzione di eventuali forme di sostegno”?

Articolo 3 del Disegno di Legge

A.D.: Sempre secondo il nuovo DdL governativo, chi deciderà se autorizzare o meno i nuovi impiantì nucleari e dove localizzarli?

G.P.G.: Ad autorizzare tutti questi vari impianti nucleari sarà il Ministero MASE, con procedimenti che “sostituiscono ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atto di assenso, comunque denominato”, ad eccezione della VIA,

Articolo 3 del Disegno di Legge

e che “costituiscono anche variante ai vigenti strumenti urbanistici”.

Eppure, persino il Piano Nazionale per l’Energia il Clima (PNIEC), pubblicato fino al 3 febbraio per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nel sito https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/10421/15391 nell’avviso al pubblico che comunica l’avvio della consultazione, parla solo di “nucleare nella dimensione ricerca e innovazione”.

Toccherà come al solito ai cittadini rimettere le cose a posto!