“Il mese di ottobre – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale per Piemonte e VdA di Rifondazione Comunista – è un mese importante per le mobilitazioni sociali, a partire dal Piemonte. Il prossimo venerdì 10 ci sarà un primo appuntamento chiamato dalla CGIL per chiedere il rilancio dei trasporti regionali. Si tratta di una protesta sacrosanta, che non può che essere condivisa in primo luogo da pendolari, lavoratori e studenti che vivono ogni giorno disagi e sopportano prezzi sempre più alti per servizi scadenti. Stessa la condizione delle persone obbligate a viaggiare in lungo e in largo per inseguire una visita o un esame clinico; per loro sarà pronto un nuovo servizio garantito da volontari (se mai si troveranno…)”.
“Si tratta in tutta evidenza non solo di scarsa attenzione agli strati popolari, alle loro vite quotidiane, ma anche di cronica mancanza di risorse adeguate. Oggi si rischia un peggioramento di questa condizione, vista la decisione governativa di investire pesantemente in armi e non in servizi e stato sociale. Da qui dunque bisogna ripartire per ottenere risposte adeguate e non aleatorie anche per i trasporti piemontesi”.
“Noi saremo in piazza il 10 e anche il 25 ottobre con la CGIL per chiedere che la giustizia sociale ridiventi prioritaria, proprio oggi che un terzo degli italiani deve fare economie persino sul cibo che può comprare”.
“Occorre dare segnali chiari, ad esempio innalzando gli stipendi. Noi siamo promotori di una legge di iniziativa popolare in questo senso, che è stata depositata ma ignorata in Parlamento. Proponiamo un salario minimo a 11 euro l’ ora, che si rivaluti automaticamente”.
“Per essere seri e chiari – ha concluso Deambrogio – bisogna sapere che cose di questo tipo si possono ottenere solo se si abbandona la deleteria scelta per il riarmo in Italia e in Europa. Saremo in piazza con CGIL per rivendicare questo con fermezza nei confronti di tutte le forze politiche. Il riarmo e le scelte belliciste, comprese quelle che vanno verso un esercito europeo e non si oppongono alle armi per continuare il conflitto nel cuore d’Europa, sono l’opposto di quel che serve. Il grande movimento spontaneo che abbiamo visto opporsi alla barbarie contro i palestinesi ci insegna che accanto all’ indignazione morale sta crescendo una sempre più forte opposizione ai poteri e alle forze politiche guerrafondai. Quelle persone hanno ragione: ascoltiamole!”